Diario al tempo del coronavirus
«Più fermi, ma non immobili!»
«Impariamo ad affrontare – dice Mario Delpini arcivescovo di Milano – la tribolazione come occasione d’amore con un saluto, una telefonata, un suono di campane», ma anche attraverso il racconto della quotidianità in questo tempo di coronavirus, che esprime anche la nostalgia di comunità. L’appello lanciato nella nostra parrocchia è stato raccolto come l’occasione, paradossale e straordinaria, per condividere pensieri e riflessioni, dare un senso al tempo “sospeso” nella nuova e inedita realtà. Rispondendo all’appello hanno scritto Sara, Monica, l’insegnante della scuola elementare Luisa, Lucia responsabile della Scuola dell’Infanzia e dell’Asilo Nido, mentre la piccola Giulia ha inviato un disegno fantastico. Quello che segue sono le pagine del Diario al tempo del coronavirus.
“Da due settimane cammino nelle vie del quartiere. Tutti – bambini, giovani, adulti e anziani – vivono un tempo “sospeso” e irreale. L’invisibile (virus) si è reso visibile trasformando la quotidianità e la vita. E’ sufficiente fermarsi nei giardini del quartiere, per ascoltare un silenzio frutto di una socialità separata e forzata, ma necessaria per la salute e il bene comune: teatri, cinema, chiese, oratori e luoghi pubblici sono chiusi. Nella Messa del 1° marzo, trasmessa in Tv, l’Arcivescovo Mario Delpini dice: «Ecco, è ora il momento favorevole!» In un biglietto, a mo di slogan, Monica scrive: «più fermi, ma non immobili!» Condividere pensieri, pur nella lontananza, ci permette di rimanere vicini e dare senso alla nostalgia di comunità perché la fantasia, che non conosce il contagio del virus, può trasformarsi in straordinaria opportunità: «Ecco, è ora il momento favorevole!» «Come ci si sente – scrive la quindicenne Sara – ad essere in gabbia? Potremmo fare questa domanda agli italiani che in questo periodo stanno vivendo un momento difficile, quasi come se fossimo in prigione. Questo virus mi ha aiutata a capire che dovremmo goderci un po’ di più i momenti con le persone che amiamo, e non rimandare un impegno perché un domani non è mai certo. Come tutti gli studenti sono rimasta a casa da scuola già da diverse settimane. Stare lontana dagli amici, dalle persone a cui voglio bene non è bello! Non stiamo bene, ci sentiamo intrappolati e quello che prima ci sembrava scontato, come prendere la metropolitana per andare a scuola o al lavoro, ora non lo è più. Teniamo duro però, torneremo ad essere forti».
Dall’inizio dell’anno scolastico, svolgo un servizio presso la biblioteca scolastica nella scuola elementare del quartiere. I bambini simpaticamente mi chiamano “nonno Silvio”. Oltre alla registrazione dei prestiti, insieme all’insegnante Luisa leggiamo e commentiamo, capitolo per capitolo, Il Piccolo principe di Antoine Saint Exupery. Una lettura ricca anche per gli adulti. Perché non rileggerlo? Il tempo non manca. Oggi il servizio in biblioteca è sospeso ma «come insegnante – scrive Luisa – sto seguendo i miei bimbi online». Nell’attesa di rivederci e continuare la lettura di Il Piccolo principe, invio i miei saluti a Luisa e alla sua classe di quarta elementare. Anche la Scuola dell’Infanzia e l’Asilo Nido non si sono fermati del tutto. Lucia, la coordinatrice responsabile, ha inviato telematicamente ai genitori in collaborazione con tutte le maestre, video e materiali didattici che permettessero ai bambini di continuare, seppur a distanza, a vivere l’ esperienza educativo-didattica e la loro relazione con le educatrici. Una sorta di appuntamento rituale che continuerà nelle prossime settimane di chiusura, con l’auspicio che possa essere un aiuto per i bambini che stanno vivendo un grande momento di incertezza. La piccola Giulia ha inviato un fantastico disegno pieno di vita. Giulia si rappresenta vestita con un meraviglioso abito blu. Mentre dice: «Arrenditi brutto coronavirus», ci invita sapientemente a lavarci le mani. Via social ascolto il saluto e l’incoraggiamento dell’arcivescovo Mario Delpini a tutti i fedeli a non sciupare il prezioso tempo che, durante la quaresima, avremo a disposizione. Tornando a casa sulla porta di un’abitazione è affisso un cartello bianco con un bellissimo cuore rosso a palloncino. A tutti i passanti dice: “Andrà tutto bene”. S.M.
Per commenti e contributi: silviogriot@hotmail.com
Allego anche i 2 pdf per un ulteriore lettura su Milano Sette.
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